Cerca nella sezione
Cerca nel Titolo
Cerca per Prodotto
Cerca per Azienda

 

Obiettivi ONU per lo sviluppo sostenibile: l'apporto delle imprese

Alcuni obiettivi di sviluppo sostenibile sui quali le aziende del settore alimentare possono incidere maggiormente, implementando le best practice che sono rappresentate dalle norme tecniche certificabili

Azienda: QCERTIFICAZIONI
Fonte: rivista "Alimenti&Bevande" n. 2/2022
Data: 20/03/2022


Due fatti, entrambi veri. Il primo, che non esiste un piano B per il nostro pianeta. Il secondo, che l'emergenza sanitaria globale ha portato i governi a trascurare la questione climatica, rallentando o bloccando le attività e gli investimenti pronti a partire o appena avviati. Ora che la crisi sanitaria sembra indirizzarsi verso una fase di normalizzazione e non più di emergenza, occorre fermarsi e fare il punto su quanto è passato temporaneamente in secondo piano.
Mancano oramai solo 8 anni al 2030, cioè il termine fissato per il raggiungimento dei Sustainable Development Goals1 (SDG) ovvero gli Obiettivi per lo Sviluppo sostenibile.
Si tratta di 17 traguardi fissati nell'agenda 2030, un programma di attività per migliorare il benessere delle persone e del pianeta sottoscritto nel 2015 dai 193 Paesi membri dell'ONU e partito ufficialmente l'anno successivo. Per quanto siano stati pensati per i governi, gli Obiettivi per lo Sviluppo sostenibile hanno catalizzato l'attenzione del mondo imprenditoriale, che ha colto la grande opportunità di orientare le proprie strategie in linea con i goals. Una scelta win-win, dove la comunità beneficia del contributo delle aziende e queste ultime rafforzano la propria reputazione agli occhi degli stakeholder: clienti, banche e investitori.
Abbiamo voluto selezionare alcuni obiettivi di sviluppo sostenibile sui quali le aziende del settore alimentare possono incidere maggiormente. Come? Ad esempio, implementando le best practice che sono rappresentate dalle norme tecniche certificabili.

Tutela della salute e della vita marina e terrestre

La tutela della salute, della vita marina e terrestre sono obiettivi tra i più sfidanti. Attraverso la certificazione Food sulla base del nuovo regolamento (UE) 2018/848 si ampliano le possibilità di convertire le produzioni agricole al biologico. La norma regola le attività delle aziende del settore agroalimentare che desiderano convertire o avviare la loro filiera ad una produzione biologica di prodotti alimentari oppure agricoli. Per ottenere la certificazione è necessario rivolgersi ad una parte terza indipendente, che avvierà un processo in tre fasi: audit in campo; verifica delle informazioni raccolte da parte di un comitato tecnico ed infine emissione del certificato. L'azienda, in questo modo, assicurerà la tracciabilità del prodotto lungo tutta la catena di approvvigionamento, guadagnando credibilità e fiducia presso i propri clienti.
Gli stessi obiettivi, volti alla tutela ambientale e della salute, possono essere traguardati con la certificazione Sistema di Qualità Nazionale di Produzione integrata (SQNPI). Essa può essere richiesta da aziende agricole in forma singola o associata ed è applicabile alle filiere di produzione dei prodotti vegetali freschi e a quelle dei prodotti vegetali trasformati. Si tratta di un sistema di difesa integrata volontaria, realizzato attraverso norme tecniche specifiche per ciascuna coltura e indicazioni fitosanitarie vincolanti (disciplinari di produzione); esse comprendono pratiche agronomiche e fitosanitarie e limitazioni nella scelta dei prodotti fitosanitari e nel numero dei trattamenti.
La valorizzazione delle organizzazioni impegnate nella difesa della vita sulla terra, declinata nei concetti di salvaguardia delle risorse e rispetto degli animali: questo è l'ambito in cui la certificazione secondo lo standard Qualità Vegana trova la sua ideale applicazione. Si tratta dello standard per la certificazione di prodotti (agroalimentari, cosmetici, tessili, di abbigliamento, di imballaggio e altro) già in possesso di un altro marchio di certificazione oppure che siano conformi a un disciplinare privato aziendale che ne valorizzi l'aspetto qualitativo.
In base alle caratteristiche dei prodotti, esistono tre livelli di certificazione:

1. senza derivati di origine animale nel prodotto e nella confezione;
2. come il livello 1 e in più senza l'utilizzo di mezzi tecnici di origine animale durante la produzione agricola (ad esempio, letame, concimi a base di sangue e ossa eccetera);
3. come il livello 2 e in più senza l'utilizzo di mezzi tecnici o strumenti di origine animale durante la trasformazione (ad esempio, guanti di pelle, pennelli di setole eccetera).
Inoltre, possono essere verificati anche altri parametri e caratteristiche, come ad esempio la temperatura raggiunta dal prodotto durante la produzione e la trasformazione come richiesto, per esempio, dai consumatori crudisti.

Riduzione delle emissioni di gas serra

L'obiettivo della riduzione delle emissioni di gas serra (GHG) è perseguibile attraverso le certificazioni ISO 14064 - inventario GHG di organizzazione e ISO 14067 - Carbon Footprint.
Entrambi i regolamenti sono applicabili a tutti i tipi di imprese e organizzazioni che intendono dimostrare il proprio impegno nella riduzione delle emissioni di gas a effetto serra di sedi, uffici, impianti e attività. Indipendentemente dal settore nel quale operano.

Consumo e produzione responsabili

Per mangimi, alimenti, prodotti chimici e biomasse solide è possibile dimostrare la tracciabilità e la sostenibilità delle materie prime, dei prodotti intermedi e dei prodotti finali lungo tutta la filiera.
Lo schema ISCC Plus - International Sustainability and Carbon Certification Scheme offre la possibilità di apporre logo e claim ISCC, sia on-product che off-product, differenziandoli in funzione del mercato e della catena di custodia.

Riduzione degli sprechi alimentari

La riduzione degli sprechi alimentari è una priorità assoluta. Il nuovo standard di certificazione Bureau Veritas Food Waste Management System (FWMS) si basa su un approccio di sistema che consente di dimostrare la gestione e prevenzione delle perdite e degli sprechi alimentari.
Con FWMS può essere certificato qualsiasi operatore della filiera alimentare: produzione primaria, aziende di trasformazione alimentare, grande distribuzione, grossisti e punti vendita in ambito alimentare, ristorazione collettiva, logistica in ambito alimentare.

Fabio Bianciardi
Responsabile Commerciale QCertificazioni
Claudia Strasserra
Chief Reputation Officer and Sustainability manager Bureau Veritas Italia



Richiedi maggiori informazioni



Altri prodotti della stessa azienda:

Il biologico certificato? Ora anche al ristorante
Benessere animale, i consumatori chiedono un'etichettatura chiara
Report di sostenibilità: uno strumento in più per comunicare l'impegno aziendale
Sensori e software semplificano il controllo della catena di fornitura
Il pomodoro più "buono"? Quello che rispetta l'ambiente e le persone
Anche i prodotti alimentari combattono il cambiamento climatico
Vino biologico, sostenibile e di qualità
Biologico: al via il nuovo regolamento, con uno sguardo alla sostenibilità
"Sano" sì, ma anche "giusto": quando "biologico" si fonde con "responsabile"
Brexit, cosa cambia per importare o esportare i prodotti bio
Fungicidi, il fosetil-alluminio nelle produzioni biologiche e convenzionali
L'importazione di prodotti bio dai Paesi a rischio
L'etichettatura dei prodotti bio
Un organismo trasparente e indipendente per garantire l'affidabilità dei prodotti biologici