Nell'ambito della fiera Macfrut, lo scorso maggio è stato organizzato un incontro su "Biotech", un progetto nazionale sul miglioramento genetico vegetale, coordinato dal Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l'Analisi dell'Economia agraria (CREA). Obiettivo dell'iniziativa è sviluppare piante più sostenibili e più resistenti ai cambiamenti climatici e alle malattie, con una conseguente riduzione dei fitofarmaci. "Molte delle specie coltivate in Italia - si legge in una notizia pubblicata sul sito del CREA - dipendono da varietà, ibridi o portinnesti realizzati con conoscenze e tecnologie sviluppate all'estero, una condizione di strutturale fragilità per il Made in Italy, che deve essere superata sviluppando la ricerca vegetale in loco. In questo senso, Biotech vuole costruire un know-how scientifico che contribuisca a trasformare le conoscenze relative ai genomi delle diverse specie in prodotti migliorati, sempre più competitivi e autenticamente italiani".
Dal punto di vista scientifico, alla base di Biotech c'è l'applicazione della cisgenesi e del genome editing. Quest'ultimo non prevede l'inserimento di geni estranei provenienti da altre specie, ma opera internamente sul Dna della pianta oggetto di miglioramento, per indurre una mutazione equivalente a quelle che si generano in natura.
"In un momento in cui l'agricoltura deve affrontare sfide epocali - ha affermato Luigi Cattivelli, direttore CREA Genomica e Bioinformatica e coordinatore di Biotech - è fondamentale spiegare a tutti che non c'è agricoltura senza genetica e se il clima cambia devono cambiare anche le piante che coltiviamo. In questo contesto, le nuove tecnologie per l'evoluzione assistita (TEA o new breeding technique) sono uno strumento fondamentale per dare un futuro all'agricoltura italiana. Biotech sviluppa queste conoscenze e le mette a disposizione, per il progresso del settore, in una serie di incontri con le associazioni degli agricoltori e questo è il primo".
"L'innovazione genetica è uno degli asset strategici per il futuro dell'agricoltura - ha ribadito Dino Scanavino, presidente nazionale della Confederazione Italiana Agricoltori (CIA) -. Per questo, ora serve che l'Europa superi l'attuale normativa ormai obsoleta. Ci aspettiamo molto dalla consultazione pubblica sulle nuove tecniche genomiche, aperta il 29 aprile dalla Commissione UE, per arrivare a una proposta di legge il prima possibile, magari già a fine anno. Le nuove biotecnologie possono permetterci di mantenere le nostre varietà tradizionali e la nostra competitività sui mercati, aumentando al contempo la sostenibilità economica e ambientale".