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Lotta alle frodi. Alimenti italiani e ingredienti esteri

Le materie prime straniere non intaccano l'italianità dei prodotti.

Autori: Carlo Correra
Fonte: rivista 'Alimenti&Bevande' n. 1-2/2011
Data: 01/02/2011


Con sempre maggiore frequenza e con impennate in alcuni momenti particolari delle stagioni della nostra produzione agroalimentare, si rincorrono notizie di sequestri di prodotti alimentari fabbricati da aziende italiane, ricorrendo, però, a materie prime di esclusiva o preponderante origine territoriale estera.
Per tutte ci basta segnalare le notizie giornalistiche su conserve di pomodoro prodotte da imprese nazionali con materia prima cinese.
Notizie, queste, che, anche alla fine della scorsa estate, hanno punteggiato le cronache giudiziarie dei nostri mezzi di informazione e con scenario operativo prevalentemente nei vari porti della penisola. Porti da dove si accingevano a partire bastimenti carichi di confezioni di alimenti "Made in Italy". Anche se poi, però, non partiti più proprio a causa dei sequestri operati di volta in volta dai vari organi di controllo delle autorità nazionali.
Sennonchè, passato il momento del clamore e delle manifestazioni di giubilo (o di sconforto) delle associazioni di categoria interessate, come di consueto, è calato il silenzio sugli sviluppi di queste clamorose iniziative, punitive verso le aziende che avevano "osato" apporre il tricolore su alimenti fabbricati sì in Italia, ma con impiego di materie prime di provenienza estera.
In autunno, però, qualcuno di questi casi ha già goduto delle prime verifiche giudiziarie e con risultati sorprendenti e significativi.



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