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Frodi alimentari, le certificazioni come strumento di gestione

A venire in aiuto delle aziende alimentari ad implementare efficacemente programmi di prevenzione della frode vi sono diversi standard privati, certificabili da organismi riconosciuti, che recentemente hanno incluso il tema della Food Fraud tra i propri requisiti.

Azienda: CSQA CERTIFICAZIONI
Fonte: rivista 'Alimenti&Bevande' n. 6/2019
Data: 19/07/2019


Uno dei temi di maggiore attualità nel panorama delle certificazioni volontarie per la sicurezza alimentare è senza dubbio la gestione annosa del problema delle frodi alimentari. Queste rappresentano, infatti, un problema che affligge la civiltà umana fin dall'antichità e hanno sempre accompagnato lo sviluppo economico e il fiorire degli scambi commerciali.

Testimonianze di attività criminose legate agli alimenti si possono trovare addirittura nell'opera del I secolo d.C. Natualis historia, di Plinio il Vecchio, dove sono citati vari casi di adulterazione di alimenti e bevande ed i relativi metodi per identificarli.

Il fenomeno ha tuttavia assunto una notevole rilevanza con l'avvento del capitalismo e, in particolare, negli ultimi decenni, anche grazie alla globalizzazione dei mercati e all'aumento degli scambi internazionali. Questo trend è destinato ad aumentare, considerato che diversi osservatori economici stimano che entro il 2020 il valore globale del mercato alimentare supererà i 10 trilioni di dollari: non stupisce, quindi, che questo settore rappresenti una forte attrazione per la criminalità.

Se da un lato la frode alimentare è sempre legata ad un movente economico, dall'altro spesso comporta anche dei rischi per la salute del consumatore, qualora l'azione fraudolenta preveda l'introduzione nell'alimento di sostanze dannose per la salute. Per fronteggiare questa emergenza, l'autorità pubblica e il legislatore hanno da tempo preso provvedimenti per incrementare i controlli ed inasprire le sanzioni per questi reati.

Ad aprile 2019 si è conclusa una massiccia operazione internazionale (OPSON VIII), condivisa tra Interpol ed Europol, che ha portato al sequestro di 16.000 tonnellate e 33 milioni di litri di prodotti alimentari, per un valore stimato di oltre 100 milioni di euro. A riprova dell'attualità di questo tema, inoltre, lo scorso anno la Commissione europea ha lanciato il Knowledge Centre for Food Fraud and Quality, con lo scopo di condividere informazioni in tema di frode alimentare e con compiti di vigilanza sul mercato.

Tuttavia, uno degli ostacoli più rilevanti che le aziende alimentari devono affrontare è proprio la mancanza di armonizzazione globale delle norme e degli standard di sicurezza alimentare per affrontare supply chains sempre più ampie. A cui si aggiungono altre difficoltà tipiche di questo problema, ovvero la scarsa capacità di identificare come tali i prodotti fraudolenti, l'onerosità delle attività di indagine, la ridotta disponibilità di metodi e test per confermare la genuinità dei prodotti e delle materie prime.

Per risolvere il problema, è quindi necessaria un'azione congiunta pubblico-privato per affrontare la causa alla radice.

A venire in aiuto delle aziende alimentari ad implementare efficacemente programmi di prevenzione della frode vi sono diversi standard privati, certificabili da organismi riconosciuti, che recentemente hanno incluso il tema della Food Fraud tra i propri requisiti.
Gli schemi di certificazione più rilevanti in Italia per il settore della produzione di alimenti sono gli standard IFS Food 6.1, GSFS 8 (noto anche come BRC Food) ed FSSC 22000 versione 4.1.

Questi standard soddisfano i criteri della Global Food Safety Initiative (GFSI) emessi dal CIES - The Food Business Forum, un'organizzazione globale a cui partecipano CEO e top managers di quasi 400 fra retailer (con quasi 200mila punti vendita) e produttori di ogni dimensione, il cui scopo principale è quello di rafforzare e promuovere la sicurezza alimentare lungo tutta la catena di fornitura.

Questi standard richiedono alle organizzazioni certificate di adottare un approccio scientifico e sistematico per quantificare la vulnerabilità delle materie prime e dei prodotti approvvigionati, al fine di implementare le necessarie azioni di mitigazione del rischio frode. Questo metodo, noto anche come VACCP (Vulnerability Analisys and Critical Control Point) si integra perfettamente con altri sistemi di gestione del rischio impiegati nelle aziende e richiesti dagli standard, come il metodo Haccp ed il metodo Taccp (Threat Analisys and Critical Control Point) per gli aspetti di Food Defence.

Sebbene con le proprie specificità, queste norme prevedono tutte l'adozione di alcuni punti comuni:

· definizione di un team multidisciplinare e competente al fine di analizzare le materie prime ed i prodotti;
· selezione e raccolta di informazioni attendibili ed aggiornate sulle materie prime per quanto riguarda l'aspetto frode (ad esempio, presenza di episodi passati);
· esecuzione di un'analisi della vulnerabilità delle materie prime e dei prodotti, anche considerando tecniche si mappatura della Supply Chain e di Horizon Scanning;
· completamento di una valutazione del rischio frode e classificazione delle materie prime o prodotti più esposti;
· definizione di adeguate misure di mitigazione (ad esempio, analisi, audit, ispezioni, certificazioni, bilanci di massa e prove di rintracciabilità) per contenere il rischio entro livelli accettabili;
· revisione periodica del sistema, per valutarne l'efficacia e l'aggiornamento.

L'implementazione di questi standard permette alle aziende di dotarsi di strumenti efficaci per aumentare la propria consapevolezza rispetto ai rischi cui sono esposte e a definire gli strumenti migliori per combattere le frodi alimentari.
La scelta di certificare la propria azienda permette, infine, di accrescere la fiducia degli stakeholders, di proteggere il proprio marchio e favorisce l'accesso ai mercati internazionali.

Giulio Battistella
Scheme Manager, CSQA Certificazioni


CSQA Certificazioni S.r.l. è un organismo di certificazione leader in Italia nel settore della sicurezza alimentare, riconosciuto ed accreditato per l'esecuzione di audit a fronte degli standard IFS Food 6.1, GSFS 8 ed FSSC 22000 versione 4.1.



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