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Antimicrobico-resistenza, rapporto congiunto Efsa-Ecdc

Fonte: Efsa
Data: 08/03/2024


Secondo un rapporto pubblicato dall'Efsa congiuntamente al Centro europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (Ecdc), la resistenza di Salmonella e Campylobacter agli antimicrobici di uso comune continua a essere osservata di frequente nell'uomo e negli animali.
La resistenza congiunta ad antimicrobici di importanza primaria in medicina umana rimane però molto bassa, tranne che in alcuni tipi di Salmonella e Campylobacter coli e solo in alcuni Paesi.
È inoltre aumentata la percentuale di isolati di Escherichia coli da animali destinati alla produzione di alimenti che presentano una "suscettibilità completa" o "zero resistenza" ai principali antimicrobici. Questo dato, insieme alla diminuzione della prevalenza di isolati di Escherichia coli produttori di Esbl o AmpC - enzimi che possono rendere inefficaci alcuni antibiotici - dimostra i progressi compiuti nella riduzione dell'antibiotico-resistenza (Amr) in Escherichia coli da animali destinati alla produzione di alimenti in diversi Stati membri dell'UE.
Per Salmonella la resistenza ai carbapenemi è stata riscontrata in isolati dall'uomo, ma non da animali destinati alla produzione di alimenti, mentre per Escherichia coli la resistenza ai carbapenemi è stata rilevata in isolati da animali da produzione alimentare. Sebbene l'insorgenza di resistenza ai carbapenemi sia attualmente segnalata a livelli molto bassi in isolati sia dall'uomo che da animali, negli ultimi anni un numero crescente di Paesi ha segnalato la presenza di batteri produttori di enzimi carbapenemasi in varie specie animali. Ciò richiede attenzione e ulteriori indagini dal momento che i carbapenemi sono una classe di antibiotici di ultima istanza e qualsiasi rilevamento di resistenza ad essi è motivo di preoccupazione.
Tra il 2013 e il 2022, in pazienti umani, almeno la metà dei Paesi dichiaranti ha osservato tendenze all'aumento della resistenza ai fluorochinoloni in isolati di Salmonella enteritidis e Campylobacter jejuni, solitamente associata al pollame. Questo dato è preoccupante per la salute pubblica poiché, nelle rare occasioni in cui le infezioni da Salmonella o Campylobacter evolvono in malattie gravi, i fluorochinoloni sono tra gli antimicrobici utilizzati per il trattamento.
Un terzo dei Paesi ha osservato tendenze alla diminuzione della resistenza ai macrolidi in isolati di Campylobacter dall'uomo, in particolare per Escherichia coli. Questo dato è degno di nota perché l'aumento della resistenza ai fluorochinoloni fa sì che i macrolidi diventino sempre più importanti per il trattamento delle infezioni alimentari gravi nell'uomo.
In due terzi dei Paesi dichiaranti, la resistenza di isolati umani a penicilline e tetracicline è diminuita nel tempo in Salmonella typhimurium, solitamente associata a maiali e vitelli. Questi antimicrobici sono utilizzati spesso per trattare infezioni batteriche nell'uomo e negli animali.