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Malattie zoonotiche, rallentano i progressi

Fonte: Efsa
Data: 17/12/2018


Nel 2017, nell'UE ci sono state solo minori fluttuazioni nelle segnalazioni di casi di malattie zoonotiche rispetto al 2016. Negli ultimi cinque anni, il numero di casi di salmonellosi e campilobatteriosi è infatti rimasto stabile, mentre la listeriosi continua ad aumentare.

Sono queste le principali conclusioni dell'annuale relazione sulle tendenze e le fonti di zoonosi pubblicata dall'Efsa e dal Centro europeo per la Prevenzione e il Controllo delle malattie (Ecdc).

Salmonella

S. Enteritidis è il tipo più comunemente riferito di Salmonella nell'uomo, quello che causa una su sette epidemie di origine alimentare. Nel periodo 2013-2017, l'andamento dei casi confermati di S. enteritidis nell'uomo è stato stabile e nelle galline ovaiole sembrava rispecchiare analoga tendenza.

I 5.079 focolai veicolati da alimenti e acque segnalati nel 2017 rappresentano un calo del 6,8% rispetto al 2016. I batteri di Salmonella sono stati la causa più comune di epidemie di origine alimentare, in particolare nei prodotti a base di carne e uova, causando il maggior numero di focolai epidemici.

Campylobacter e Listeria

I casi di campilobatteriosi sono diminuiti leggermente nel 2017 rispetto al 2016 (246.158 rispetto a 246.917), ma si tratta pur sempre della malattia zoonotica più comunemente segnalata nell'UE. La più alta percentuale di presenza è stata rilevata nella carne di pollo (37,4%) e nella carne di tacchino (31,5%).

La relazione si basa sui dati del 2017 raccolti da tutti i 28 Stati membri dell'Unione europea. Nove altri Paesi del continente europeo hanno riferito dati su alcuni degli agenti zoonotici: Norvegia, Islanda, Svizzera e Liechtenstein, Albania, Bosnia-Erzegovina, Serbia, Montenegro e FYROM.

Nel 2017, i casi di listeriosi sono lievemente diminuiti: sono state segnalate 2.480 infezioni contro le 2.509 del 2016. Tuttavia, negli ultimi cinque anni la tendenza è stata al rialzo. La fascia di popolazione più colpita dalla malattia nel 2017 è stata quella degli anziani, in particolare i soggetti di oltre 84 anni. In questa fascia di età, il tasso di mortalità per listeriosi era del 24%; globalmente, nell'UE l'infezione è stata fatale per uno ogni 10 pazienti. I più alti livelli di L. monocytogenes sono stati rilevati in pesce e prodotti della pesca (6%), seguiti da insalate pronte (4,2%).

La relazione riassume, inoltre, le tendenze e le fonti di tubercolosi dovute a Mycobacterium bovis, Brucella, STEC, Yersinia, Trichinella, Echinococcus, Toxoplasmacongenito, rabbia, Coxiella burnetii (Febbre Q), virus del Milo occidentale e tularemia.