La pubblicazione da parte del Ministero della Salute, con il supporto del Centro di Referenza nazionale per la Ricerca di Ogm istituito presso l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana, del rapporto 2022 del Piano nazionale di controllo ufficiale sulla presenza di Ogm negli alimenti presenta numerosi spinti di interesse sia per il pubblico in generale, sia per gli operatori economici del settore alimentare.
Il primo aspetto da sottolineare è che il piano di monitoraggio e sorveglianza conferma una situazione sostanzialmente sotto controllo per quanto riguarda la presenza di Ogm negli alimenti sul mercato nazionale: su 634 campioni di alimenti di varia natura (ad esempio, farine, semi, bevande, prodotti da forni e pasta) prelevati sul mercato nazionale sono state riscontrate 19 positività, tutte al di sotto del livello di quantificazione, cioè a livelli estremamente bassi, pari al 3% dei campioni analizzati. Le positività si distribuiscono senza significative differenze tra gli alimenti provenienti dal circuito tradizionale e da quello biologico e hanno riguardato in larga maggioranza la soia geneticamente modificata. Nessuno dei 113 campioni prelevati al momento dell'importazione a livello dei Posti di controllo frontalieri (Pcf) è risultato contenere tracce di Ogm.
Da notare che sia i servizi territoriali sia i Pcf hanno rispettato, nel complesso, il mandato assegnato quanto al numero dei campioni da prelevare e analizzare, assicurando così la validità del piano.
Criticità sono invece emerse quanto alla natura delle matrici analizzate. A livello nazionale sono stati infatti prelevati e analizzati soprattutto alimenti finiti (371 su 634) rispetto alle materie prime vegetali e agli intermedi di lavorazione, che in base alle indicazioni ministeriali avrebbero dovuto rappresentare almeno il 60%.
Assolutamente centrale il ruolo svolto dal Laboratorio di referenza nazionale (Lrn) presso l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana, che ha supportato l'attività dei laboratori regionali dal punto di vista analitico e promuovendo la loro partecipazione a prove comparative interlaboratorio (proficiency test) indispensabili per assicurare l'efficienza e l'efficacia delle attività analitiche. L'Lrn ha inoltre promosso e organizzato attività formative e la condivisione della documentazione del proprio Sistema Qualità relativamente all'analisi di Ogm.
Possibili aree di miglioramento da sviluppare in occasione del prossimo piano triennale, oltre a quanto già richiamato in termini di distribuzione dei campioni tra materie prime e prodotti finiti, riguardano la capacità analitica dei laboratori regionali, ampliando il numero di quelli in grado di procedere alla quantificazione degli eventi geneticamente modificati rilevati.
Ogm negli alimenti, positivo solo il 3% dei campioni
Fonte: Filippo CastoldiData: 05/06/2024