Con la riunione del 30 gennaio scorso, sono iniziati i lavori di ricerca del progetto OTASens. Obiettivo dell'iniziativa è lo sviluppo di un biosensore per offrire un'analisi rapida, economica ed accurata dell'ocratossina A (Ota) in diverse matrici agroalimentari (tra cui i mangimi) e in campioni biologici di suini esposti.
Il dispositivo sarà integrato con tecnologie come l'intelligenza artificiale e gli algoritmi informatici di apprendimento automatico, per renderlo più automatizzato e preciso e consentire la gestione di grandi quantità di dati in tempo reale. L'utilizzo del biosensore nei principali allevamenti suinicoli della Puglia, inoltre, consentirà di effettuare una prima valutazione dell'esposizione individuale degli animali alla tossina.
L'Ota è una micotossina prodotta da funghi dei generi Aspergillus e Penicillium, che possono contaminare una varietà di alimenti, compresi cereali, carni, insaccati, frutta secca e altri prodotti alimentari, con effetto tossico e possibile effetto cancerogeno.
Il progetto, finanziato nell'ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, vede la partecipazione di diversi esperti provenienti da varie istituzioni, tra cui l'Istituto Scienze delle Produzioni alimentari (Ispa), l'Università degli Studi di Bari "Aldo Moro" e l'Università degli Studi della Basilicata.