Perplessità sulle sentenze,
anche recenti,
con cui la Cassazione
ha avallato l’interpretazione
secondo cui è sufficiente
la condizione di “insudiciato”
dell’alimento
perché si possa configurare
il reato di cui
all’articolo 5, lettera d),
della legge 283/1962,
indipendentemente
dalla sua “nocività” o meno.
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