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Meat, cheese e milk sounding. Servono regole

Il problema riguarda le diciture per prodotti vegetariani e vegani.

Autori: Giorgia Andreis
Fonte: rivista 'Alimenti&Bevande' n. 3/2018
Data: 16/04/2018


Gli ultimi periodi, fra diverse produzioni normative rilevanti nell'ambito della legislazione alimentare, hanno visto anche lo sviluppo di discussioni e opinioni in sede comunitaria e in sede nazionale, corredate da una sentenza "chiarificatrice" della Corte di Giustizia europea, che hanno avuto ad oggetto quei fenomeni di imitazione di un prodotto o di una denominazione, volti a evocarne le caratteristiche compositive, nutrizionali e/o merceologiche.
In concreto, la problematica è emersa a fronte della sempre maggiore diffusione sul mercato di prodotti destinati a vegetariani e vegani, perciò privi di componenti carnei o privi di componenti di origine animale in generale, posti in commercio in confezioni, in forme e con denominazioni evocative dei prodotti dei settori della carne e lattiero-caseario.
Questi casi sono diffusamente definiti come "meat sounding", "cheese sounding" e "milk sounding".
Ora, è bene comprendere che questi fenomeni sono stati trattati in sedi differenti: da un lato, infatti, la problematica relativa ai prodotti del settore carne è stata affrontata in sede europarlamentare, essendo state presentate - nel 2016 e nel 2017 - alcune interrogazioni alla Commissione europea; dall'altro, il milk e il cheese sounding sono stati oggetto di una sentenza della Corte di Giustizia del 14 giugno 2017, nella causa C-422/16.



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