Le imprese esportano di più, soprattutto al di fuori dell'Unione europea. L'ultimo bollettino diffuso dall'Istat nel momento in cui si scrive (2 febbraio 2018) parla di una crescita dell'export, nel novembre 2017, del 9,7% rispetto a novembre 2016. Un incremento che coinvolge più l'area al di là dei confini europei (+12,8%) che quella UE (+7,3%).
Tra i settori che hanno contribuito in misura più rilevante a questo incremento, troviamo, in terza posizione, i prodotti alimentari, le bevande e il tabacco (riuniti in un'unica categoria), che registrano un +10,7%, dopo i trasporti, esclusi gli autoveicoli (+23,4%), e i metalli di base e i prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (+11,4%).
Ma esportare nei Paesi extra Unione europea non è semplice: autorizzazioni da richiedere, certificati di esportazione, sanitari e di analisi da presentare, procedure doganali da rispettare, con notevoli differenze a seconda della destinazione dei prodotti esportati.
Limitare il campo è una necessità.
In questo dossier, abbiamo così deciso di fornire alcune informazioni sulle procedure di ingresso per alimenti e bevande previste da quattro dei più importanti Paesi di esportazione per l'Italia: gli Usa, il Canada, la Cina e la Federazione Russa.
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