In data 11 maggio 2005 è stata adottata, dal Parlamento e dal Consiglio dell'Unione Europea, la direttiva 2005/29/CE sulle pratiche commerciali sleali ("la Direttiva").
La Direttiva è stata pensata quale strumento funzionale a contribuire, allo stesso tempo, sia alla realizzazione del mercato unico, favorendo l'eliminazione degli ostacoli alla libera circolazione dei beni e servizi e alla libertà di stabilimento che possono derivare dalle divergenze nazionali in materia di valutazione e repressione delle pratiche commerciali (art. 1), sia al conseguimento del massimo livello di protezione dei consumatori.
Un quadro giuridico uniforme per tutti i professionisti e consumatori comunitari in materia è, infatti, prodromico, da un lato, all'eliminazione dei possibili ostacoli alla libera circolazione intracomunitaria di beni e servizi derivante da discipline nazionali divergenti e che possono rendere più oneroso per le imprese l'esercizio delle libertà di mercato interno, soprattutto se intendano effettuare attività commerciali per promuovere vendite transfrontaliere e, dall'altro, ad aumentare la fiducia dei consumatori proprio nell'acquisto di beni e servizi offerti da professionisti con sede in altri Paesi membri dell'UE.
Per queste ragioni, la Direttiva è stata strutturata come una direttiva di armonizzazione massima, in modo da non consentire le divergenze tra i livelli di protezione assicurati dagli Stati membri in materia di pratiche commerciali scorrette che sarebbero, invece, possibili in caso di direttiva di armonizzazione minimale: essa, infatti, in sede di recepimento, obbligherebbe i legislatori nazionali a non discostarsi solo da un livello minimo comune di protezione.
Con l'entrata in vigore delle normative nazionali di recepimento, pertanto, il grado di protezione assicurato ai consumatori nei loro rapporti con i professionisti sarà lo stesso in tutti i Paesi membri, le condizioni di liceità di una pratica saranno, del pari, omogeneizzate in tutta l'UE e le negoziazioni transfrontaliere agevolate con i conseguenti vantaggi che ne possono derivare in termini di armonizzazione dei prezzi praticati all'interno dell'Unione Europea e di ampliamento e diversificazione dell'offerta di prodotti e servizi per i consumatori.
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