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Ocratossina A, al via consultazione pubblica

Fonte: Efsa
Data: 06/12/2019


L'Efsa chiede ai soggetti interessati di inviare commenti su un proprio parere scientifico sui rischi per la salute pubblica connessi alla presenza negli alimenti di ocratossina A (OTA), una micotossina prodotta in natura da funghi delle specie Penicillium e Aspergillus.

Il termine ultimo per inviare commenti è fissato al 24 gennaio 2020.

L'OTA è presente in una serie di alimenti, tra cui cereali e prodotti a base di cereali, conserve di carne, frutta fresca e frutta secca. Si trova anche nel latte materno.

Già nel 2006 gli esperti dell'Efsa avevano valutato i rischi per la salute pubblica connessi alla presenza di OTA negli alimenti concludendo che l'OTA si accumula nei reni, per i quali è particolarmente tossica. Nei ratti, ad alte dosi, l'OTA provoca anche tumori ai reni. All'epoca, l'Efsa stabilì che 120 nanogrammi per chilogrammo di peso corporeo siano la dose settimanale tollerabile.

Da quella data sono emerse altre informazioni che indicano che l'OTA possa essere genotossica e cancerogena. In tali casi, gli esperti dell'Efsa calcolano un margine di esposizione (Moe) per i consumatori.

In generale, maggiore è il MOE, più basso risulterà essere il livello di preoccupazione per i consumatori. Il MOE stimato per l'OTA è inferiore a 10.000 nella maggior parte dei gruppi di consumatori, il che suggerisce una possibile preoccupazione di ordine sanitario.

Il MOE è uno strumento utilizzato dai valutatori del rischio per caratterizzare il rischio derivante dall'esposizione a sostanze genotossiche e cancerogene eventualmente presenti in alimenti o mangimi. Il MOE fornisce un'indicazione del grado di preoccupazione in termini di sicurezza rappresentato dalla presenza di una sostanza negli alimenti, anche se non quantifica il rischio in quanto tale; è il rapporto tra due fattori: la dose alla quale un effetto avverso minimo, ma misurabile, viene osservato e il livello di esposizione alla sostanza in questione.