La quarta relazione annuale Efsa sui pesticidi, pubblicata il 12 marzo scorso, fornisce una panoramica sui residui di pesticidi riscontrati nel 2010 su alimenti dei 27 Stati membri UE, Islanda e Norvegia.
L'Autorità ha applicato un nuovo metodo per calcolare l’esposizione attraverso la dieta (valutazione del rischio cumulativo), tenendo conto dei potenziali effetti dell’esposizione multipla a classi di sostanze chimiche aventi simili profili di tossicità.
I programmi nazionali di monitoraggio hanno riscontrato la presenza di residui di antiparassitari entro i limiti consentiti in UE (reg. CE 396/2006) nel 97,2 % dei campioni esaminati.
Il tasso medio di eccedenza rispetto ai limiti massimi consentiti (mrl) é l'1,5 % sui prodotti di UE, Norvegia, Islanda e il 7,9% su quelli di importazione. Soltanto lo 0,1 % su alimenti UE di origine animale.
Eccedenza dello 0,8 % sui 3.571 campioni di alimenti biologici analizzati. I mrl applicabili in UE ai cibi “bio”, si ricorda, sono identici a quelli stabiliti per i prodotti da agricoltura convenzionale.
Sulla base dei risultati dei programmi di monitoraggio 2010, Efsa ha stimato l'assenza di rischi di lungo periodo per la salute dei consumatori in relazione ai residui di pesticidi assunti nella dieta. Nel breve termine, non può venire escluso un rischio in relazione allo 0,4 % dei campioni (79 su 18.243). Questa conclusione è basata sulla peggiore delle ipotesi, che prevede un consumo superiore alla media degli alimenti recanti i tenori più elevati di residui in relazione a ciascun pesticida.
Relazione sui residui di pesticidi negli alimenti
Fonte: Dario DongoData: 10/04/2013