Il Ministero della Salute ha pubblicato la "Relazione sulle attività di audit 2023 in sicurezza alimentare e sanità pubblica veterinaria" contenente gli esiti relativi ai programmi di audit svolti nel 2023 sui sistemi sanitari regionali di prevenzione in sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare.
Gli audit ministeriali vengono condotti ai sensi dell'articolo 6 del regolamento (UE) 2017/625 dalla Direzione Generale dell'Igiene, la Sicurezza degli Alimenti e la Nutrizione (Dgisan) e dalla Direzione Generale della Sanità animale e dei Farmaci veterinari (Dgsaf) del Ministero della Salute. Per l'anno 2023 è stato previsto un programma annuale unico ed integrato di audit di sistema e di settore, basato sui fattori di rischio e le esigenze operative individuate da ciascun ufficio.
In Italia nel 2023 sono stati svolti complessivamente 108 audit sulle autorità competenti (24 svolti dal Ministero della Salute sui sistemi regionali, 84 svolti dalle Regioni).
Gli aspetti più critici rilevati durante l'attività di audit svolta nel 2023 riguardano la presenza di procedure documentate, la verifica dell'efficacia dei controlli ufficiali, l'organizzazione, nonché l'efficacia e appropriatezza dei controlli ufficiali. I primi tre aspetti erano risultati critici anche nel 2022.
In sintesi, le cause profonde più ricorrenti all'origine delle non conformità più frequenti risultano:
• personale numericamente insufficiente a causa del mancato ricambio generazionale, dovuto al pensionamento degli addetti ai controlli ufficiali e personale in servizio con un'età media elevata;
• eccessiva frequenza dei processi di riorganizzazione delle autorità di controllo e conseguente avvicendamento del personale dirigenziale;
• non adeguata attribuzione di compiti e responsabilità;
• carenze nel coordinamento (nelle e tra le autorità di controllo), inclusa la mancata individuazione dei referenti di settore;
• formazione degli addetti ai controlli ufficiali non adeguata;
• anagrafica degli operatori incomplete;
• sistemi informatici non interoperanti e/o insufficiente informatizzazione delle attività;
• carenza nella categorizzazione del rischio degli operatori;
• carenza nelle procedure di programmazione;
• carenze nell'attuazione delle procedure di verifica dell'efficacia dei controlli ufficiali;
• inadeguata predisposizione di procedure documentate e/o disapplicazione delle medesime;
• non appropriata gestione della documentazione e insufficiente diramazione delle disposizioni e istruzioni;
• incremento delle norme europee da gestire.
Alcuni ambiti permangono non sufficientemente auditati, come ad esempio:
• gestione strumenti di controllo;
• il diritto alla difesa, ricorsi, reclami e contenziosi;
• la sicurezza degli operatori;
• i laboratori nazionali di riferimento e i laboratori che effettuano analisi nell'ambito delle procedure di autocontrollo;
• sistemi di allerta;
• risorse finanziarie;
• piani di emergenza;
• strumenti di comunicazione/informazione;
• ambienti di lavoro;
• automezzi;
• coordinamento e interfaccia tra autorità di controllo e altri organi di controllo;
• sistema di rilascio delle certificazioni ufficiali.