La Commissione europea ha dato inizio, nel 2010, ad una valutazione di congruità (Re-Fit) della normativa armonizzata in sede UE, individuando 4 settori cui applicare questo esercizio. Tale esercizio intende verificare le ridondanze, l’eccessivo onere burocratico ed i costi, con un occhio alla semplificazione e alla razionalizzazione. L’agroalimentare – uno dei primissimi settori produttivi ad essere interamente armonizzato – è tra questi, anche per il ruolo strategico che rappresenta nell’Unione con 50 milioni di lavoratori e il 6% del Pil UE prodotto.
La legislazione alimentare UE è stata fortemente armonizzata in seguito alle crisi della “mucca pazza” e delle uova alla diossina (entrambi fenomeni degli anni ’90), episodi dovuti in ogni caso ad un modello agroindustriale di sviluppo, che ha mostrato forti limiti. Con il reg. CE 178/2002, la “General Food Law” (GFL), la Commissione ha deciso di effettuare radicali cambiamenti, come:
• introduzione della rintracciabilità;
• introduzione di una valutazione del rischio separata dalla gestione (EFSA);
• introduzione della responsabilità degli operatori agroalimentari;
• introduzione del Sistema di Allerta Rapido.
Nell’alimentare, il 98% delle norme sono oggi armonizzate, con un risparmio atteso di 260 milioni di euro.
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